L’azienda livornese ha presentato la linea Neptune, la prima ad applicare gli standard ISO/PAS 17712:2010
La produzione avviene interamente in Italia, in due stabilimenti vicino a La Spezia e nel Veneto. Dalla sede centrale in via degli Arrotini a Livorno, i sigilli vengono poi spediti all’estero, tramite anche le filiali in Stati Uniti, Belgio, Spagna e Grecia.
La nuova serie Neptune è costituita da un sigillo composto da un chiodo di metallo che va a bloccarsi, grazie alle alette, dentro un cilindro di plastica e metallo.
Secondo le nuove specifiche, il sigillo non è più forzabile neppure tramite la rotazione velocissima del corpo, che era il punto debole della precedente ISO. Per innalzare il livello di protezione, i tecnici della Leghorn hanno anche previsto l’incisione del numero di serie sia sul chiodo sia sul cilindro, onde evitare una sostituzione del sigillo originale. Sul cilindro, a facoltà del cliente, è possibile incidere oltre alla numerazione, anche un codice a barre o un data matrix; quest’ultima opzione consente di veicolare un numero maggiore di informazioni rispetto al codice a barre, come richiesto dal mercato asiatico. Entrambi i codici sono leggibili in automatico e possono quindi inserirsi agevolmente nel percorso di tracking della merce.
Il Neptune seal si può inoltre applicare ad altri prodotti conformi allo standard ISO/PAS 17712, come i sigilli a barriera (detti anche forkseal) di uso comune nei container. Il prezzo di un sigillo oscilla dai 70 centesimi per quello a cilindro sino ai sette euro per quello a barriera.
Sempre sul fronte del tracking in tempo reale, continua la spinta sulla tecnologia RFID e UHF, avviata alcuni anni fa e che ha visto creare un nuovo ramo societario: Eprojetech.com, che commercializza sistemi di identificazione a radiofrequenza con applicazioni anche per la grande distribuzione e per la sanità.
“I punti di forza della società fondata negli anni Settanta da Luciano Grapsa e altri tre soci – spiega Bruna Ferretti, responsabile divisione sigilli alta sicurezza – è l’ampia gamma di prodotti ed un know-how gelosamente custodito. La produzione non è infatti delocalizzata all’estero, ma avviene in Italia tramite macchinari progettati dalla stessa Leghorn che consentono tempi di realizzazione velocissimi e standard qualitativi d’eccellenza”.
L’azienda livornese non ha infatti in catalogo un solo tipo di sigillo, ma offre un’ampia serie di prodotti che spaziano dal forkseal sino alle fascette metalliche, passando dai sigilli a cavo, i padlock ed i bagseal. Ciascuno di questi reca un numero di serie non asportabile che permette di confrontare il numero di partenza con quello di arrivo. In produzione ci sono anche le semplici ma efficaci etichette adesive che una volta aperte mostrano la scritta ‘Void’ avvertendo dell’avvenuta manomissione.
Un capitolo a parte lo merita il settore dell’elettronica che, in un formato sobrio e rinforzato, offre un’interazione tra la tecnologia Rfid e quella Gsm. Sia che si tratti si proteggere carichi di alta appetibilità criminale (come gli alcolici in medio oriente) oppure tracciare un container in movimento, la Leghorn ha predisposto un box denominato ‘E Lock Gold’: si tratta di una scatola collegata ad un cavo d’acciaio. Ogni qual volta che il cavo viene rimosso dalla scatola per liberarlo dalla serratura del contenitore, parte un sms con la localizzazione satellitare che avverte lo spedizioniere o il vettore di ciò che sta avvenendo. La versione base ‘E Lock’ è costituita da un generatore di codici casuale, una sorta di sigillo dinamico: ogni volta che viene rimosso il cavo cambia il numero di serie. In catalogo c’è anche un gps locator, richiesto soprattutto dai proprietari dei cassoni per il materiale edilizio: l’apparecchiatura segnala periodicamente la sua posizione, in modo da poterla rintracciare in caso di spostamenti.