LA SPEZIA – Il sigillo elettronico per i containers, ovvero la tecnologia al servizio della portualità del futuro.
Dopo Anversa e pressoché in contemporanea con Rotterdam, anche il terminal spezzino LSCT diventa campo di applicazione dell’innovativo “RFID Antitamper” della Leghorn Srl, messo a punto dalla società livornese di Luciano Grapsa.
La presentazione del sistema, che garantisce in toto l’integrità del containers e la sicurezza del suo contenuto, è in programma per oggi mercoledi 29 nella sala meeting di Porto Lotti.
L’incontro si terrà dalle 10,30 e sarà aperto dalle autorità locali.
Parleranno poi il direttore generale del La Spezia Terminal Containers (LSCT) del gruppo Contship, il presidente della Leghorn Srl e il
suo general manager. Saranno anche mostrati i sigilli elettronici e ne verrà illustrato il funzionamento, peraltro già abbondantemente collaudato – con notevole soddisfazione degli operatori – nel porto di Anversa che è stato il primo ad adottarlo in larga scala.
Tra le caratteristiche del sigillo c’è anche il sistema di allarme che consente di monitorare con un “remote control” ogni tentativo di
effrazione e che è del tutto immune ai sistemi elettronici di contromisure che si vanno diffondendo nel campo degli allarmi anti-intrusione.
La sceta di La Spezia non è casuale in quanto porto che, per le caratteristiche della organizzazione operativa sia riguardo le movimentazioni che gli stoccaggi o gli inoltri, avverte la necessità di una continua e aggiornata mappatura dei containers.
Tutto questo è facilmente ottenibile grazie alla trasmissione dati in automatico fornita dal sigillo elettronico “sposato” al dato contenitore ma con questa evoluzione della tecnologia il sigillo viene trasformato in una vera e propria certificazione del contenitore, come una targatura dello stesso, impedendo ogni tipo di manomissione o spostamento del dispositivo su una diversa unità.
Questo apre l’interessante prospettiva anche in funzione doganale – grazie ad un’integrazione software dialogante con i sistemi informatici
dell’autorità – di automatismi e tagli netti di operazioni e di tempi e la possibilità di creare “corridoi intelligenti” per scambio di merci tra porto ed interporto o comunque tra porto ed utilizzatori esterni oltre a consentire entrate ed uscite dai terminal anche in orari
notturni senza la presenza dell’operatore.
Conosciuta la potenzialità della tecnologia, da parte dell’Autorità Portuale di La Spezia si è inoltre ipotizzata la possibilità di dotare
di questo tipo di “targatura” e certificazione di percorso le merci pericolose in transito per l’Europa, in modo, di fatto, da convogliarle
per il primo passaggio sui moli spezzini che assurgerebbero così ad “hub” per questo particolare tipo di traffici.
Da: La Gazzetta Marittima – Edizione La Spezia